Mobbing Lavoro: significato di Mobbing e cosa si può fare

Mobbing Lavoro

Vuoi sapere qual è il significato di mobbing a lavoro? Mobbing significato, cos’è e come puoi muoverti legalmente!

Il mobbing è ormai diventata una pratica fin troppo comune ai giorni nostri, specialmente nei posti di lavoro (anche se non si limita a questi): infatti esistono diversi luoghi in cui può avvenire il mobbing: lavoro, scuola, famiglia, etc.

Ma cos’è il mobbing? Come posso sapere se legalmente parlando sono vittima di mobbing a lavoro? O a scuola? Le risposte sono in questo articolo! Infatti vedremo:

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Mobbing significato: che cos’è il mobbing?

La parola “Mobbing” è un termine inglese che deriva dal verbo “to mob”, che tradotto in italiano sta per “assalire, attaccare, aggredire” e, più in senso figurato, “accerchiare”. Questo perché quando parliamo di mobbing si sta in effetti cercando di descrivere una scena in cui la vittima subisce, da colleghi o superiori, degli attacchi illeciti che possono essere sia verbali che fisici, come ad esempio ingiurie, diffamazioni, molestie, o addirittura percosse, lesioni, violenze sia sessuali che non.

In questa categoria rientrano anche quelli considerati “normali” come dei rimproveri verbali, procedimenti disciplinari, trasferimenti, modifiche dell’ambiente o dell’orario lavorativo, diniego di permessi, etc, che mirano all’isolare e/o umiliare la persona, specialmente cercando di ottenere un allontanamento della stessa dall’ambiente in questione (lavorativo, scolastico, familiare, etc) in modo sistematico e prolungato. Non stiamo parlando della semplice strigliata per aver commesso un errore sul posto di lavoro ovviamente, ma una qualunque vessazione che rechi danno alla sua integrità psicofisica e/o alla sua dignità.

Nell’ambito delle tempistiche, legalmente parlando c’è bisogno che per essere definito mobbing lavoro la condotta deleteria deve essere ripetuta e continua, con una durata dimostrabile di circa 6 mesi, con almeno 2 episodi per mese. Esiste però una piccola eccezione a quanto appena detto, chiamata “Quick Mobbing” (Quick, dall’inglese “veloce”), che consiste in attacchi particolarmente intensi e frequenti, attraverso la quale la durata necessaria per rientrare sotto tale intestazione viene ridotta a 3 mesi.

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Differenza tra Mobbing e Straining

Esiste anche una terza condizione, oltre al mobbing e il quick mobbing, che è chiamata straining.

Lo straining è un particolare tipo di mobbing che consiste in una aggressione (più spesso esercitata dal superiore gerarchico o datore di lavoro) che può essere avvenuta anche una sola volta nel tempo ma che produce degli effetti negativi che perdurano nel tempo. Se quindi il lavoratore venisse preso di mira quotidianamente da intimidazioni, attacchi e altri tipi di ingiurie, questo sarebbe un caso di mobbing. Ma che dire se venissimo trasferiti senza motivazione in un’altra città nella quale ci sarebbe materialmente impossibile andare, e che ci obbligasse a lasciare il posto di lavoro? Oppure che, dovendo per forza tenere il lavoro, graverebbe sulla nostra integrità psicofisica? Questo è l’esatta definizione di straining: una singola azione che produce effetti negativi che perdurano nel tempo, accompagnata dal preciso intento di arrecare un danno al lavoratore.

È per questo che lo straining è stato riconosciuto come fonte di responsabilità di tali danni da una recente sentenza della Corte Suprema di Cassazione del 2016 (n° 3291), nella quale la vittima ha saputo dimostrare danni psicofisici proveniente da tale condotta (composta da soli due episodi nell’arco di un intero anno) e grazie a ciò ha potuto appellarsi all’art. 2087 c.c., il quale prevede l’obbligo del datore di lavoro di adottare tutte le misure necessarie alla tutela dell’integrità fisica e della personalità morale del prestatore di lavoro.

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Mobbing lavoro: come riconoscerlo e come comportarsi

Parliamo ora del mobbing lavoro come tale, escludendo per un attimo quello scolastico e familiare. Una delle migliori, se non la migliore, definizione di mobbing è “una condotta del datore di lavoro o del superiore gerarchico, sistematica e protratta nel tempo, tenuta nei confronti del lavoratore nell’ambiente di lavoro, che si risolve in sistematici e reiterati comportamenti ostili che finiscono per assumere forme di prevaricazione o di persecuzione psicologica, da cui può conseguire la mortificazione morale e l’emarginazione del dipendente, con effetto lesivo del suo equilibrio fisiopsichico e del complesso della sua personalità.”

Questo può comprendere negazione di permessi e ferie che fino a prima erano concessi. Può comprendere un eccesso sovraccarico di lavoro in termini di richieste e/o controlli. Insulti, battute, pettegolezzi e condotte ostili in generale possono rientrare nel mobbing lavorativo. Include anche l’esclusione da riunioni, corsi di aggiornamento e altre attività aziendali.

Come preannunciato, il mobbing non è necessariamente esercitato soltanto da superiori nell’ambito lavorativo, ma può anche essere esercitato da uno o più colleghi o, perché no, da colleghi e superiori. Infatti non è nemmeno detto che il “mobber” (colui che attua la condotta ostile) agisca da solo.

Se un superiore gerarchico negasse ferie e permessi, sarebbe un tipo di mobbing.

Se un collega o più ci mettesse sotto pressione, ridicolizzasse o ledesse in qualche modo alla nostra integrità psicofisica con gli intenti esposti sopra, anche questo sarebbe mobbing.

Persino se uno o più dipendenti si coalizzassero contro il proprio datore di lavoro, al fine di danneggiarlo, estraniarlo e/o mandarlo via, sarebbe comunque un caso di mobbing.

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Mobbing scolastico e altri tipi di mobbing

Come antedetto, non per forza il mobbing può verificarsi soltanto nel mondo del lavoro. Esistono infatti altri contesti in cui questo può avvenire (e avviene), in cui si viene presi di mira e vittimizzati da condotte ostili e dannose.

Il mobbing scolastico è quell’insieme di azioni persecutorie che vanno a denigrare, a emarginare e ad umiliare pubblicamente un individuo che fa parte del gruppo-classe. Lo scopo è simile a quello del mobbing lavoro: far si che l’individuo si allontani dal gruppo perché non si sente parte di esso, si sente inadeguato e non ha più piacere a farvi parte.

Diverso dal bullismo, in cui di solito la vicenda prevede un gruppetto di studenti contro un individuo soltanto, il mobbing scolastico prevede la presenza di questi fattori, simili al mobbing lavoro:

  • le condotte ostili devono essere mostrate e protratte per un certo periodo di tempo;
  • la vittima deve poter dimostrare i danni di natura psicofisica derivati da tali condotte;
  • tra la condotta ostile e tali danni deve sussistere un nesso di causa;
  • l’intenzione di chi pratica mobbing deve essere rivolta a perseguitare la vittima;

Ovviamente anche qui esistono vari tipi di mobbing, proprio come quello sul lavoro, quindi si può verificare tra coetanei, da uno o più individui di età più avanzata rispetto alla vittima o addirittura l’opposto.

Dato che nell’ambito del mobbing scolastico stiamo quasi sicuramente parlando di minori, costoro generalmente vengono giudicati con maggior elasticità in quanto vengono considerati “immaturi”. Ciononostante, siccome anche i loro comportamenti possono provocare danni alle vittime (talvolta anche gravi), la richiesta di risarcimento mobbing può comunque essere inoltrata ma dovrà essere indirizzata ai genitori/tutori, ai sensi dell’art. 2048 c.c, che dispone “Il padre e la madre, o il tutore, sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati o delle persone soggette alla tutela, che abitano con essi”.

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Risarcimento danni mobbing

Veniamo al dunque: come richiedere un risarcimento danni da mobbing?

Ovviamente tutto ciò di cui abbiamo parlato deve essere dimostrabile davanti alla legge, ed è necessario che tale prova sia precisa e adeguata. Per prima cosa bisogna provare che sono avvenuti tali comportamenti ostili e persecutori nei suoi confronti: critiche continue e immotivate, emarginazione, molestie, etc. Dopo aver dimostrato ciò bisognerà anche provare che tale condotta ha teso a persistere e non si tratta di un unico, isolato evento, ma che si è protratta in un lasso di tempo medio-lungo, quanto basta da rendere invivibile il contesto in cui è avvenuto il mobbing (lavoro, scuola, casa, etc).

Dopodichè bisogna fornire una prova relativa al danno subito. Questa può essere sottoposta sia con dichiarazioni testimoniali, ma il modo migliore sarebbe tramite certificati o perizie mediche che attestino lo stato di frustrazione, infelicità e/o le lesioni fisiche vere e proprie.

Per ultima, ma più importante di tutte, vi è poi la prova decisiva: quella che accerta il rapporto causale tra la condotta che si sta denunciando e il danno subito: in parole semplici, la prova che il motivo per cui sono venuti a verificarsi tali danni è la condotta che si vuole denunciare.

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Mobbing lavoro, scuola, casa: conclusione

Queste sono solo le informazioni preliminari riguardo al mobbing lavoro, mobbing scolastico e mobbing familiare.

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